Non è un semplice involucro, neppure un puro vestito: la bottiglia costituisce una membrana protettiva all’interno della quale il vino può terminare la sua ultima fase di gestazione, per poi aprirsi al mondo. Arriva in bottiglia quando è ormai stato fatto tutto il possibile di origine naturale o antropica – per la sua creazione: tumultuose modifiche e alchemiche composizioni cellulari hanno reso la nascita di questo figlio di madre natura e di padre umano ricca di aspettative, paure, sospetti, colpe, gioie, scoperte ed emozioni. E, naturalmente, molte analisi.
All’interno delle bottiglie il vino non matura ma si affina, un concetto decisamente poetico: si perfeziona, quindi, si placa, si equilibra, si fortifica o si ingentilisce. Riposa, finalmente. In un certo senso vi si rifugia, pronto per svelare il mistero della natura che contiene.
Il vetro resta il materiale ottimale per la conservazione del vino: è malleabile, versatile, riproducibile economicamente in molteplici forme, dalle caratteristiche tecniche standardizzabili e industrializzabili; permette differenti tipi di chiusure, protegge dall’umidità ed è, inoltre, sterile, asettico, antistatico, molto resistente ad attacchi chimici esterni e alla pressione interna. In più, è completamente riciclabile, un aspetto fondamentale in questo periodo storico.
È nota l’importanza della protezione del vino dalla luce; per questo motivo sono preferibili le bottiglie scure a quelle trasparenti. Ma perché le bottiglie sono verdi o brune? La risposta ha carattere storico e tecnico. Il vetro può avere una colorazione naturale, essere incolore (decolorato) o colorato intenzionalmente: è un materiale a base silicea, con una presenza naturale – nelle antiche zone di produzione europee – di ossidi di ferro e altre impurità che rendevano più o meno scura la colorazione, caratteristica rimasta fino ai giorni nostri.
Le bottiglie possono essere prodotte attraverso la soffiatura, la pressatura o la centrifugazione. Il primo metodo, antico ma tuttora utilizzato, consiste nell’immergere una canna in un contenitore con il vetro fuso: soffiando al suo interno, l’aria converte il vetro nella forma e con lo spessore desiderati, utilizzando con maestria movimenti, pinze e spatole.