Un romanzo con una genesi così rocambolesca, non poteva che essere un capolavoro. Al suo interno c’era già tutto il necessario per esserlo: vita e morte, una lotta (persa) tra sensualità e aristocratico pudore, atmosfere affascinanti, personaggi seducenti senza dimenticare politica, etica ed estetica. È la vita a tavola a essere metafora di tutto ciò, fino all’ultimo atto di Don Fabrizio Corbera, principe di Salina, duca di Querceta, marchese di Donnafugata, l’immaginifico protagonista del romanzo Il Gattopardo dell’aristocratico siciliano Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896 –1957).